domenica 24 gennaio 2010

Le maschere della tradizione
Pantalone, Pulcinella, Arlecchino e Colombina: ma chi sono veramente? Le maschere tipiche del carnevale hanno origini, caratteri e storie diverse. C'è la maschera allegra e burlona, quella brontolona, quella maliziosa e quella avara, molte delle quali sono riprese nel teatro del seicento e del settecento, in commedie brillanti. Queste sono le maschere tipiche e le loro brevi storie, per travestirsi secondo la tradizione!


Arlecchino
Nasce a Bergamo, con un vestito a rombi colorati e brillanti; ha una maschera nera sugli occhi, una borsa di cuoio legata alla cintura e una spatola di legno. Ha un carattere stravagante, è scanzonato, ma furbo. È un servo lazzarone e truffaldino, in perenne litigio col suo padrone

Colombina
È la compagna di Arlecchino: è una maschera veneziana, con un vestito a strisce azzurre e bianche e una berretta a balze. Ha un carattere un pò civettuolo e malizioso, è allegra e spensierata. È l'unica maschera femminile.

Pulcinella
È la maschera di Napoli. È un servitore vestito con un costume bianco fatto di un camicione e pantaloni, un cappello a cono e una maschera nera sugli occhi. Gli piace mangiare e bere, stare in ozio e divertirsi, è furbo e impertinente. Viene spesso preso a bastonate, però è simpatico a tutti.

Dottor Balanzone
Questo dottorone viene da Bologna, ammirato da tutte le altre maschere per la sua retorica, che però risulta pomposa e sgangherata, piena di frasi, sentenze e paroloni. Indossa pantaloni e camicia nera, porta un cappello a tese larghe e sottobraccio ha sempre un librone.

Pantalone
Altra maschera veneziana, il mercante pantalone veste di rosso, con mantello e pantofole nere; porta una maschera e una cuffia nera. Ha un carattere quasi insopportabile, è rompiscatole, avaro, brontolone.

Brighella
Come Arlecchino, anche Brighella ha origini bergamasche. Il vestito chiaro è decorato di verde, così come il mantello, e porta cappello e maschera. Il suo nome deriva dal suo carattere: è un attaccabrighe, sempre pronto all'insolenza e allo scherzo.

Gianduja
Originario di Torino, Gianduja veste con una giacca marrone, pantaloni verdi, cappello a tricorno, un panciotto giallo, le calze rosse. Porta con sé un ombrello ed indossa una parrucca, con un codino girato all'insù. È un amante del vino e della vita allegra, è buono e galante.

Meneghino
Questa è la maschera milanese: indossa una giacca rossa e marrone, i calzoni verdi al ginocchio, calze a righe bianche e rosse, un tricorno in testa, un ombrello rosa. Il suo nome è il diminutivo di Domenighin, Domenico.

Stenterello
Stenterello vien dalla Toscana, indossa una giacca blu, un panciotto giallo, pantaloni corti scuri; porta un paio di calze spaiate, una rossa e una a righe bianche e azzurre, un cappello in testa e la parrucca col codino. È generoso e saggio.

Pierrot
Larghi pantaloni di lucida seta bianca, ampio colletto, lunga casacca guarnita di grossi bottoni neri, papalina sul capo, il volto pallido. la piccola bocca rossa e un'espressione triste: così siamo abituati a vedere Pierrot, diventato il simbolo dell'innamorato malinconico e dolce. La pigrizia gli impedisce di muoversi come abitualmente fanno gli altri zani della Commedia; é sicuramente il più intelligente dei servi, svelto nel linguaggio, critica gli errori dei padroni e spesso finge di non capire i loro ordini, anzi li esegue al contrario, non per stupidità. ma perché li ritiene sbagliati. Quando le situazioni si ingarbugliano, " lasciate fare a me!" afferma, non perché sia un presuntuoso, ma perché é capace e pieno di buon senso. E' furbo, ma sentimentale; l'unico personaggio che a un piatto di minestra, preferisce una romantica serenata, eseguita sulla mandola, sotto le finestre della sua bella. Forse anche per questa ragione é pallido e languido e, spesso una lacrima gli scende sul viso.


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